L’evoluzione dei mezzi di comunicazione ha cambiato radicalmente il rapporto medico-paziente. Da un rapporto asimmetrico – dove il medico era il detentore di informazioni e mezzi necessari – si è passati ad un progressivo riequilibrio delle posizioni, con sempre maggiori difficoltà, da parte del mondo medico, nel conquistare quella fiducia un tempo incondizionata. Questo perché, nel corso del tempo, l’informazione ha portato alla luce casi di malasanità e incompetenza che hanno intaccato il solido rapporto medico-paziente.
Un ulteriore aspetto che ha influito sul rapporto fiduciario tra il medico ed il proprio assistito è l’accesso alle informazioni e la qualità delle stesse. Infatti, in passato le informazioni in ambito medico erano appannaggio di medici e studenti di medicina, oggi, invece, con l’avvento di internet ogni tipologia di contenuto è disponibile in rete senza alcuna limitazione. La professione medica, dunque, deve costruire la propria autorevolezza muovendosi tra numerose difficoltà e al cospetto di pazienti sempre più diffidenti e condizionati dalle ricerche su internet e dall’influenza dei social.
Il rapporto medico-paziente è la condizione che definisce la relazione fiduciaria tra medico e paziente in cui intervengono i principi riconosciuti di perizia, ovvero professionalità ed esperienza, prudenza e diligenza. Per capire il valore di tale rapporto basti pensare alla giurisprudenza italiana che ha equiparato il rapporto medico paziente ad un rapporto contrattuale a tutti gli effetti.
Nell’immaginario collettivo il rapporto medico-paziente dell’era pre-digitale, è ben rappresentato dalle innumerevoli caratterizzazioni teatrali e cinematografiche. Il medico di provincia aveva il compito di curare in mezzo a tanta superstizione, ignoranza, povertà, situazioni molto diffuse nel secolo scorso.
Il rapporto si inquadrava nel paternalismo tipico di altre figure centrali delle comunità ma implicava da parte del medico una totale dedizione.
Nonostante l’evoluzione, rimane principalmente un rapporto asimmetrico dove il paziente rappresenta la parte più debole, che mette nelle mani del professionista la propria salute e la propria vita. Il medico, dal canto suo, deve caratterizzarsi per la preparazione ed il ricorso a tecniche e procedimenti universalmente riconosciti, sicuri e accettati dal paziente.
Come noto, e per molti secoli, il medico ha svolto un ruolo centrale nelle società, al pari della Chiesa e delle istituzioni autorità temporale. L’affermazione delle idee illuministe, poi, ha ulteriormente accresciuto la credibilità della professione medica, in virtù delle conoscenze messe in campo in ambito medico-scientifico.
Fino alla fine del XX secolo, il medico ha mantenuto una fiducia smisurata ed una posizione di totale squilibrio rispetto al paziente.
Negli utlimi decenni, gli scandali sulla malasanità e su altre vicende del mondo sanitario hanno contribuito ad erodere la fiducia nella figura del medico .
Oltre a questo, l’avvento di internet ha favorito la diffusione di portali e pagine web che si occupano di medicina, offrendo ai pazienti l’accesso alle informazioni in modo rapido e veloce. Queste informazioni possono essere superficiali e fuorvianti, prodotte da autori non qualificati che si affidano fonti inattendibili.
La scarsa capacità, dell’utente finale, di elaborare queste informazioni in modo appropriato rappresenta un ulteriore colpo al rapporto medico-paziente.
La fiducia del paziente nei confronti del medico si basa principalmente sulla professional authority. Quest’ultima è il risultato di una serie di variabili nelle quali bisogna includere le opinioni e le recensioni sul medico, i risultati ottenuti nonché le certificazioni dei titoli.
Non sempre queste variabili sono accessibili immediatamente da parte del paziente; inoltre, il confronto tra diversi casi – basato sulle esperienze dei pazienti – non permette una valutazione oggettiva dell’operato del medico.
Il medico allora, per rafforzare il proprio rapporto con il paziente, deve riformulare la sua comunicazione, per farsi comprendere pienamente ogni tipologia di assistito. Deve essere in grado di fornire in modo esaustivo tutte le informazioni, sia sui rischi che sui benefici, di tutte le fasi terapeutiche che intende applicare sull’assistito, in modo chiaro e accessibile.
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